"Se la libertà vuol dire veramente qualcosa, significa il diritto di dire alla gente quello che la gente non vuol sentire"
(George Orwell, Postfazione de "La fattoria degli animali")

mercoledì, dicembre 12, 2007

La merda che fa paura




La trasmissione satirica Decameron, condotta da Daniele Luttazzi, è stata cancellata da La 7 perchè il presentatore avrebbe recato, nel suo monologo satirico, una grave offesa ad un altro conduttore di La 7, Giuliano Ferrara. Riporto per intero la battuta incriminata:
"Dopo 4 anni guerra in Iraq, 3.900 soldati americani morti, 85.000 civili iracheni ammazzati e tutti gli italiani morti sul campo anche per colpa di Berlusconi, Berlusconi ha avuto il coraggio di dire che lui in fondo era contrario alla guerra in Iraq. Come si fa a sopportare una cosa del genere? Io ho un mio sistema, penso a Giuliano Ferrara immerso in una vasca da bagno con Berlusconi e Dell'Utri che gli piscia addosso, Previti che gli caca in bocca e la Santanchè in completo sadomaso che li frusta tutti".
A mio avviso cancellare il programma per colpa di questa battuta è del tutto pretestuoso. La verità è che Luttazzi è un personaggio scomodo, politicamente scomodo. E' l'unico che fino alla settimana scorsa faceva satira, la vera satira, non la comicità che è un'altra cosa.

La verità è che questo paese non è pronto, non merita una forma di espressione artistica così sofisticata come la satira, che, per chi non lo sapesse, come ci ricorda spesso lo stesso Luttazzi, ha una tradizione millenaria: Aristofane, Rabelais, Lenny Bruce, Woody Allen e tanti altri.
La censura in questo caso, non ha esplicitamente un movente politico (ma come ci ricorda Pasolini - vedi l'articolo sotto - la censura è sempre politica). Questa volta il pretesto usato è la volgarita della battuta, l'aver arrecato un'offesa, cosa, da come si evince dalla frase, del tutto falsa. Il primo diktat, quello di Berlusconi, forse è meno scandaloso perchè più razionale: il potente che punisce che lo infastidisce. Questa volta la motivazione reale è inconsistente, recondita (comunque facile da intuire), ma l'ipocrisia di questo paese l'ha resa razionale, giusta: la volgarità va punita.

Secondo molti se Luttazzi è volgare allora va censurato, è giusto farlo. Chi decide cos'è volgare? Essere volgari è illegale, immorale, deplorevole? Chi lo decide? Se qualcuno considera Luttazzi volgare può non guardarlo ma non può pretendere che anche gli altri sianto costretti a non godere di una ventata di purà libertà di espressione caratteristica della satira.

Luttazzi, come ha già spiegato, mette in relazione, in modo grottesco, la tragedia della guerra con un Ferrara, uno dei difensori della guerra in Iraq, ricoperto di merda. Il paragone è tra la merda e la guerra, cos'è più volgare? Questo sembra dirci Luttazzi.


Voglio riportare un articolo del grande Pier Paolo Pasolini che ho letto sul sito di Daniele Luttazzi:

S.F.

Opinioni sulla censura di Pier Paolo Pasolini, "Vite Nuove" 17 dicembre 1960

"Cerco di riprodurmi nell'immaginazione la meccanica di quel sentimento, o sensazione, o gruppo di sensazioni, che prova una persona nell'atto di scandalizzarsi. Beh, mi sembra che, per un gruppo ben determinato di persone, la cosa consista in questo: nel dolore, prima di tutto, di non fare ció che fanno i personaggi che scandalizzano (cioè in una specie di gelosia), e di non farlo per una specie di autoproibizione che esaspera, poi, tale dolore; questo primo sentimento indistinto di rabbia e di angoscia si tramuta immediatamente in indignazione conformista: ossia la morale corrente si impadronisce subito di quell'istintiva e irrazionale commozione, la fa sua e le dá i suoi argomenti. Con i quali lo scandalizzato si difende dalla tentazione... Insomma sulla censura si compie molto spesso un grande errore: quello di accettare la discussione sul piano su cui la pongono i censori: cioé sul piano moralistico-sessuale. Invece no: bisogna ignorare totalmente il loro ipocrita prestesto: é tanto chiaro che lo capisce anche un bambino, che la censura è soprattutto un fatto politico, dove il sesso é una semplice e spudorata elusione... La censura intimidisce, minaccia ... pone al pubblico un falso obiettivo, distorcendo completamente la sua capacitá di comprensione ... getta il discredito, la denigrazione, lo scandalo sull'autore, il quale perde cosí di rispettabilitá e di attendibilitá. E questo é il risultato veramente piú diabolico ..."