"Se la libertà vuol dire veramente qualcosa, significa il diritto di dire alla gente quello che la gente non vuol sentire"
(George Orwell, Postfazione de "La fattoria degli animali")
(George Orwell, Postfazione de "La fattoria degli animali")
sabato, dicembre 30, 2006
Senza Vergogna
La vicenda di Piergiorgio Welby è a tutti ormai nota. E' stata l'ennesima dimostrazione, più che mai palpabile, dell' incompetenza e dell' immaturità della nostra classe politica. Non voglio parlare di questo, tutto ciò me lo aspettavo, quello che mi ha più colpito è stato l'atteggiamento della chiesa, rea di essersi rifiutata di celebrare i funerali di Welby.
Non pretendo mai molto dalla chiesa, storicamente non si è mai distinta per il buon senso. Il vicariato motiva così la propria decisione: «In merito alla richiesta di esequie ecclesiastiche per il defunto Dott. Piergiorgio Welby, il Vicariato di Roma precisa di non aver potuto concedere tali esequie perché, a differenza dai casi di suicidio nei quali si presume la mancanza delle condizioni di piena avvertenza e deliberato consenso, era nota, in quanto ripetutamente e pubblicamente affermata, la volontà del Dott. Welby di porre fine alla propria vita, ciò che contrasta con la dottrina cattolica (vedi il Catechismo della Chiesa Cattolica, nn. 2276-2283; 2324-2325)».
La già citata motivazione è più stupida dell'azione conseguente. In sostanza il vicariato non celebra il funerale dato che la decisione di Welby «di porre fine alla propria vita, contrasta con la dottrina cattolica (vedi il Catechismo della Chiesa Cattolica, nn. 2276-2283; 2324-2325)». Ecco di cosa si è macchiato, di aver trasgredito i famosi passi nn. 2276-2283; 2324-2325 del Catechismo della Chiesa. E' questo il modo di rispondere? Citando degli articoli di un codice che solo loro conoscono, quasi come se fosse un condannato di un processo kafkiano? Io penso proprio di no, ammettendo per un attimo, per assurdo, molto per assurdo, che egli si sia macchiato di un peccatto così scabroso, dove è finito, quindi, il tanto famigerato perdono che è uno dei capisaldi della fede cristiana? Questa domanda, tanto semplice e razionale, non avrà mai risposta. Di ciò non mi cruccio, giacchè la risposta non potrebbe essere che il perdono non è concesso ai quelli come Welby secondo l'articolo...
Ho visto ufficiare funerali di mafiosi, assassini e infimi simili ma a Welby non è stato concesso tale onore, meglio così, ha combattuto l'idiozia ecclesiastica anche dopo la morte.
S.F.
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5 commenti:
Poche cose nella vita di un individuo sono altrettanto intime quanto la fede e la religiosità. Nessuno ha il diritto di imporre a un altro la propria visione su questioni così delicate. Detto ciò, non capisco perché si debba attaccare la Chiesa Cattolica in merito al caso Welby. Per chiunque, fedele o meno, la Chiesa Cattolica è un'istituzione, fondata su alcuni principi. Nel valutare la scelta di Piergiorgio Welby la Chiesa si è semplicemente attenuta ai propri principi: si può contestare la validità di queste posizioni, ma non metterne in dubbio la coerenza.
Non riesco proprio a spiegarmi come mai sempre più spesso si pretenda che Chiesa, alternativamente, si pronunci o _non_ si pronunci su un certo argomento, o eventualmente che dia la propria benedizione su un atto contrario ai propri principi, e poi la si critichi qualsiasi atteggiamento prenda. Se Piergiorgio Welby ha scelto di morire, significa che non riconosceva le posizioni della Chiesa: che diritto avrebbe, dunque, a pretendere le esequie religiose? Sarebbe come se io chiedessi a un islamico di giustificarmi, anzi, di darmi il suo beneplacito sul fatto di bere alcolici o di mangiare carne di maiale.
Ci sono numerose inesattezze nel post, che confermano una conoscenza della Chiesa e della Dottrina Cattolica assai superficiale e colma di pregiudizi.
1. Il Catechismo della Chiesa Cattolica non è un codice kafkiano "che solo loro conoscono". Lo puoi trovare in sei lingue (nove nel compendio) su http://www.vatican.va/archive/ccc/index_it.htm, nonché in libreria. Se vuoi, puoi leggerlo. Se non ti interessa, o lo ritieni insensato, non sei tenuto ad osservarlo. Nessuno ti farà del male o ti deriderà per questo (anzi, è più probabile che lo facciano se decidi di osservarlo).
2. Il perdono non è una panacea, un modo per chiudere la questione "a tarallucci e vino". Per poter essere concesso, il perdono deve almeno essere _richiesto_. Come vedi, la risposta è tanto semplice e razionale quanto la domanda. Sembra che ti dia fastidio che il perdono sia concesso in base a un "codice" (come peraltro avviene in ogni sistema legislativo). Ebbene, non è così: il perdono è concesso a chiunque si penta sinceramente e desideri ravvedersi. Dirò di più: per chi crede, il perdono non viene dalla Chiesa, ma da Dio. Se esiste un Dio e una vita dopo la morte, la scelta di Piergiorgio Welby e le sue conseguenze sono una questione fra lui e Dio. Noi non possiamo dire nulla.
3. Il Cristianesimo non è una dottrina morale, è un'esperienza spirituale. Averlo confuso per una dottrina morale è un rovinoso errore che i cristiani hanno commesso per secoli, e che oggi è perpetuato dai non cristiani. Da cattolico, ho l'impressione che il peso della dottrina della Chiesa sia avvertito molto di più fuori dalla Chiesa che non al suo interno. Un vero cattolico sa che l'unica legge è quella di S.Agostino: ama, e fa ciò che vuoi. Se le regole della Chiesa ti urtano, puoi bellamente ignorarle, così come le dichiarazioni del papa o dei vescovi. Ma non puoi chiedere al tempo stesso che il papa stia zitto, o che ti dia ragione.
4. Posto che si dovrebbe discutere caso per caso, sono d'accordo con te nel dire che se la Chiesa ha rifiutato i funerali a Welby avrebbe dovuto rifiutarli a molti altri. Ma l'errore non sta in quest'ultimo rifiuto, bensì nelle concessioni precedenti. (Ci sono molti ladruncoli in libertà, ma questo non vuol dire che si debbano liberare quelli che sono dentro.) Per conto mio, la Chiesa avrebbe il diritto di rifiutare anche il matrimonio religioso ai non fedeli che lo scelgono soltanto per la sua gradevolezza scenografica. Temo però che se lo facesse sarebbe bersagliata di critiche dai soliti liberi pensatori in servizio permanente effettivo.
Per concludere, credo che la Chiesa Cattolica abbia sicuramente bisogno di confrontarsi con altre realtà e anche di ricevere critiche. Se la si vuole considerare come un'ideologia fra le tante, rappresenta un caso raro di ideologia che abbia preso le distanze in modo chiaro ed esplicito da alcuni errori del passato, per bocca del suo massimo esponente (lo stesso non si può dire, ad esempio, dell'ideologia comunista). Non è vero che la Chiesa sia monolitica e impermeabile alle critiche. Si chiede soltanto che queste critiche siano all'altezza delle questioni trattate, cioè precise, ben argomentate e aperte alla discussione: non il solito anticlericalismo giacobino all'amatriciana. Coraggio, si può fare di più.
A risentirci.
Caro Guido, ti ringrazio (mi permetto di darti del tu) per la risposta esaustiva, e mi scuso per il ritardo con cui ti rispondo. Cercherò, comunque, di rispondere a tutti i punti da te esposti.
Per prima cosa do risposta alla tua premessa, quando dici che "la Chiesa Cattolica è un'istituzione, fondata su alcuni principi [...] si può contestare la validità di queste posizioni, ma non metterne in dubbio la coerenza". E' vero la chiesa cattolica è basata su dei principi, a volta nobili e nella maggior parte delle volte alquanto discutibili, mentre non si può mettere in dubbio la sua coerenza poiché non ha nessuna coerenza, agisce di volta in volta non seguendo i propri principi ma interessi di natura politica, economica che più la avvantaggiano.
Il paragone con il fondamentalismo islamico, da te illustrato potrebbe risuonare a molti fuori luogo, ma devo confessarti che in questo periodo è molto pertinente, dico solo questo non voglio dilungarmi su questo argomento.
1. Ora rispondo ai punti che tu hai scritto, premettendo che ti posso assicurare di non avere una conoscenza superficiale della tua amata chiesa cattolica. Il catechismo della chiesa cattolica, da me non definito codice kafkiano ma mi riferivo al processo kafkiano, ribadisco che è un codice che conoscono solo loro anche se, come tu mi scrivi, è scritto in sei lingue ed è pubblicato su internet. La maggior parte dei fedeli non conosce nemmeno il Vangelo come puoi pretendere che conoscano questo Catechismo della Chiesa Cattolica? Infine, se dovessi deciderlo di osservarlo, forse ne sarei il primo e l'unico, fanno bene a deridermi.
2. Il perdono, come tu mi fai notare non è concesso dalla chiesa ma da Dio. Sono d'accordo mi sembra giusto scaricare ad un'entità metafisica questo tremendo onere. Allora diciamo che la chiesa poteva essere più clemente e celebrare i funerali. Sul fatto che il perdono debba essere richiesto mi trovi un po' perplesso, non mi sembra che sia molto cristiana questa interpretazione.
3.Il cristianesimo può essere considerato un'esperienza spirituale solo teoricamente, non mi sembra che in pratica lo sia, in effetti storicamente è stato ben altro. In particolare, lo stesso papa non mi sembra un capo spirituale ,(mi scuso per l'infelice definizione, penso di aver reso l'idea) appare come ben altro. Basti pensare alle sue dichiarazioni sui PACS, eutanasia, coppie gay, ecc.
4.La chiesa, che io sappia, difficilmente ha rifiutato i funerali a qualcuno. Allora, secondo la tua logica essa non fa altro che commettere errori, devo dire che il tuo ragionamento, adesso mi trova perfettamente d'accordo. Ad esempio, a Pinochet il funerale religioso è stato concesso, chi sa perché? (caso mai tratterò l'argomento in un altro post).
Tu mi scrivi che la chiesa cattolica “Rappresenta un caso raro di ideologia che abbia preso le distanze in modo chiaro ed esplicito da alcuni errori del passato, per bocca del suo massimo esponente (lo stesso non si può dire, ad esempio, dell'ideologia comunista)”. La chiesa cattolica prende le distanze con errori passati al ritmo di un bradipo, ad esempio fu papa Wojtyla a scusarsi per l'errore commesso dalla chiesa ai danni di Galileo, circa 400 anni dopo, quindi, a questo ritmo chiederanno scusa a Welby nel 2406.
Per finire, se mi permetti, è meglio un anticlericalismo giacobino che una bigotteria medievale.
Saluti.
La Chiesa? Che pensavate che gli diceva? Io me lo aspettavo. Uomini senza vergogna! Ce li farei stare loro in quelle condizioni!
scusami, ma la tua è la solita solfa carica di qualunquismo e superficialità tipica di chi non fa parte della Chiesa ma in maniera presuntuosa la vuole bacchettare!
il discorso non è complicato: se uno sceglie coscientemente di togliersi la vita compie un abominio contro la vita. Non so se sai che ora chi si suicida riceve il funerale in quanto si presume la follia di un momento e il possibile pentimento. La Chiesa da il funerale a tutti gli altri perchè non può dare un giudizio sul passato di una persona quando
la dottrina prevede il perdono delle colpe commesse in vita. Diversamente il suicidio premeditato e lucido è un'azione incontrovertibile e non interpretabile da nessuno.
Quattro riflessioni su Piergiorgio Welby - parliamone
Una bara bianca per Piergiorgio.
A Loredana che mi ha inviato la canzone di Simone Cristicchi.
Grazie del commento e del testo della canzone.
Rispetto la tua riflessione su welby ed è molto poetica la canzone.
Ma l'autore è sano e pieno di vita e… di successo, mentre Piergiorgio era solo
tra tante ombre oscure, immerso e perduto nei suoi pensieri.
Anche lui ha scritto dei bellissimi versi poetici, toccanti e
pieni di amore per la vita e per il mondo intero.
E quando Piergiorgio scriveva era pieno di vitalità, di voglia di vivere, e anche con la sua sofferenza "correva" incontro alla vita. Ne sono convinto.
Uno Spirito elevato che sa di poter dare tanto, non decide di negare agli altri
e a se stesso le perle della sua stessa saggezza.
Tutto quanto, invece, girava attorno a lui, amici, familiari, medici, politici
era un elogio alla morte, un'attesa, un atmosfera lugubre e pregna di energia negativa. Nessuna esortazione alla vita, ma uno squallido movimento mediatico e politico.
La camera della morte allestita da tempo.
E il Gesto non s'è fatto attendere.
Un boia laureato per l’occasione e pochi intimi corvi neri furono le ultime immagini che i begl’occhi di Piergiorgio furono costretti a vedere mentre gli porgevano la cicuta.
Nessuno dei presenti avrà pianto. Le lacrime sono venute da chi non l'ha conosciuto.
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Un granello si sabbia in memoria di Piergiorgio Welby
E se la sabbia del deserto fosse la verità?
La coscienza vigile, attenta, pensante, decisionale, serena o turbata, sana o malata, lucida o offuscata, razionale o irrazionale, libera o condizionata, quanta parte occuperebbe nel deserto della mente? Io dico: lo spazio di un granello di sabbia per l’uomo comune e per il genio, il poeta, l’artista, lo scienziato, il santo tanta sabbia quanta ne può essere contenuta in un pugno.
Ed ecco come una parte della verità sta in tutte le ragioni così come la ragione contiene sempre una parte della verità, sia del laico che del religioso.
Ma quanta? Prendi un pugno sabbia dal deserto: questa è la porzione di verità che ti offre la tua mente cosciente.
Il “farsi suicidare” da una condizione alterata della mente cosciente non sarà mai la decisione di un libero arbitrio padrone assoluto del Regno della Mente, laddove l’Individualità dell’Io più profondo, si ricongiunge con la matrice che l’ha emanato e ad essa identificandosi ne acquisisce, in potenza, attributi e divinità.
E la vita terrena di Piergiorgio programmata per sua libera scelta nella notte dei tempi ed intensamente vissuta in un attimo della sua eternità, anche se interrotta per le ragioni di un pugno di sabbia, nulla toglie ma molto aggiunge alla sua ricchezza spirituale d al suo cammino evolutivo nel ritorno al Padre attraverso quella scala di valori di cui tanta ne ha percorsa nella sua breve vita di quanto l’umanità nella maggioranza ne percorre in un secolo.
E questo è l’autentico patrimonio di Piergiorgio.
Per il resto: delitto o non delitto, che l’ UOMO rifletta!
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Un altro granello di sabbia per Piergiorgio Welby
Caro Piergiorgio,
anche io ho provato commozione per la tua sensibilità e per l’amore che hai nutrito per la vita e per tutti. Generalmente chi nutre tanto amore per gli altri ne ha un po’ meno per se stesso. Rispetto la tua volontà anche se rimango della convinzione che il tuo “Spirito” – la mente profonda - è rimasto ad osservare senza intervenire, con la “Sua autorità”, alla premeditata decisione.
Certo non te ne sei andato in silenzio.
A meno che, e ora ne sono convinto, l’abbia fatto di proposito per attirare l’attenzione del mondo scientifico, perchè all’uomo non serve l’accanimento ma la scoperta del farmaco, la prevenzione e la guarigione.
Una provocazione?
No! Una accusa precisa al “progresso”.
Si spacca l’atomo, si va sulla luna, si configurano e si organizzano miliardi e miliardi di informazioni in un piccolo monitor , che tutto lo scibile umano si chiami internet, si investono miliardi e miliardi per il benessere, per lo sport, la tecnologia…….e non si dirotta la maggior parte di tutte queste risorse per debellare la fame, le guerre e le malattie.
Mille, centomila scienziati dovrebbero essere rinchiusi in un bunker per uscire solo quando avrebbero risolto i problemi che affliggono l’uomo.
E che nessuno mi dica che è impossibile. Niente è impossibile all’uomo, se lo vuole.
E’ per questo che Cristo andò sulla croce, che il martire si fa Santo, che tu riscatti tutti i Piergiorgio che giacciono non in attesa che la legge li uccida, ma che l’UOMO LI GUARISCA.
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Io ho pianto.
Ho pianto mentre scrivevo quest’ultima provocazione, perché sono emotivo e perché so di non essere compreso, questo poi credo che sia un mio karma.
Io non sarei mai capace di pensare di dire: ti amo, ti amo da morire ma ti tolgo la vita per il tuo bene, per non farti soffrire e perché tu me lo chiedi.
Qualcuno “grande più di tutti noi”ebbe a gridare nella sofferenza della croce: “Padre mio perché mi ha abbandonato”.
E che vuol dire?
Che l’aveva con Dio, che lo lasciava morire invece di salvarlo?
Che non voleva morire dopo che era venuto sulla terra e programmata la sua vita ed in particolari la sua morte?
Ed ancora ai suoi carnefici: “Padre perdona loro perché non sanno quello che fanno”
E che vuol dire?
Che la morte che stavano per dargli era tanto grave da non riconoscersi il diritto del perdono e invitava il Padre a farlo.
Non c’è perdono umano per chi si arroga il diritto di togliere la via di un uomo per nessun motivo.
Ed io non smetterò di scrivere provocazioni su provocazioni che hanno un unico obiettivo: Che l’Uomo rifletta!
http://michelangelok.spaces.live.com
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