Non credo che dal nuovo governo di destra possa venire una chance per Napoli, così come prospettato da Umberto De Gregorio alla fine del suo intervento su “La Repubblica” del 19 aprile, “La strategia di Berlusconi e l’illusione del Mezzogiorno”. Per una impossibilità di fatto, consistente nell’opprimente presenza della Lega Nord, che già, nel passato governo di destra, ha esercitato a lungo il veto contro Bagnoli.
Tra l’altro, al di là della mia personale convinzione suffragata da fatti inconfutabili, è lo stesso De Gregorio, che informa i lettori che il disegno del futuro Presidente del Consiglio è quello di concentrare le risorse finanziarie a Nord e le attenzioni medianiche tutte e solo per Napoli e sull’emergenza rifiuti, indicando come capro espiatorio di continuo Bassolino.
Senza alcun tipo di budget, il tutto rimarrà solo una bolla mediatica.Una ripatinata cartolina di Napoli, dopo quella orribile che proprio Berlusconi, per scopo di parte, ha provveduto ad ampliare nel mondo. Quale sia l’abilità del cavaliere su “questa vince e questa perde”, appunto non siamo in grado di stabilire se il declino della città sia irreversibile o recuperabile. Va da sé che da un governo serio ci si aspetti non certo il gioco delle tre carte, ma una programmazione seria di sviluppo economico, nonchè risorse, a cui, per il Mezzogiorno d’Italia, la destra non metterà mano, come già detto, per l’opposizione della Lega Nord.
I soldi per i rifiuti saranno solo quelli stanziati in concreto dal governo Prodi, sui quali Berlusconi porrà il proprio marchio proprietario e, con l’abile uso dei media, uscirà definitivamente da tutte le sue responsabilità a riguardo.
I napoletani e campani, traditi e turlupinati dalle lusinghe dell’ultima ora, recrimineranno o forse no. La stampa nazionale e cittadina registrerà l’ennesimo inganno o forse no. Resta il fatto che, dopo le elezioni, c’è da prendere atto, con rammarico di una funzione imbonitrice da parte della stampa, nella sua interezza, verso chi non ha votato per la destra. Tramite un accorato, implicito invito alle coscienze, al senso di responsabilità e quasi all’amor patrio, chiedendo di dimenticare di colpo il disprezzo, le contumelie e soprattutto gli interessi di un solo soggetto, contrapposti a quelli del bene comune. Con il risultato di suscitare nei confronti del cavaliere un’opposizione molto più virulenta che nel passato, anche per effetto di un atteggiamento così benevolo a priori, mai esplicato nei confronti del governo Prodi. Questo fino a che riusciremo a mantenere intatto il nostro senso di discernimento, prima di scivolare dolcemente verso il pensiero unico.
Aurelia del Vecchio, Napoli
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