"Se la libertà vuol dire veramente qualcosa, significa il diritto di dire alla gente quello che la gente non vuol sentire"
(George Orwell, Postfazione de "La fattoria degli animali")

giovedì, aprile 17, 2008


Pubblico una email inviata da Aurelia Del Vecchio al quotidiano "l'Unità".

Cara Unità,

dopo l’esito del voto del 13 e 14 aprile,con la schiacciante vittoria della destra, persone a me note hanno deciso di lasciare l’Italia. Manco a dirlo, si trasferiranno quasi tutte in Spagna. Sono giovani di talento, studiosi e coppie di mezza età.

Questo non perché essi disconoscano il bene dell’alternanza democratica, ma per una sorta di pessimismo e di ripulsa verso cosa sarà il nostro Paese, nei prossimi cinque anni, sotto il tallone berlusconiano. Dal punto di vista economico, culturale e democratico.

Nel parlare con i suddetti amici e parenti, che scelgono questo esilio volontario, ho ricevuto più o meno la stessa risposta. E cioè che in 14 anni, mentre nel centro-sinistra si litigava, ci si componeva e ci scomponeva, senza costruire un valido modello di società, Berlusconi provvedeva a dotare il suo movimento politico di un robustissimo supporto “culturale”, il BERLUSCONISMO. Cosa che lo renderà praticamente invincibile negli anni a venire.

Va dato atto a ”L’Unità” di aver paventato da anni questo pericolo e di averlo esposto più volte con dovizia.

Senza incorrere in iperboli, credo che l’attuale sia un momento grave per l’Italia, perché si è al “Berlusconi ultimo atto”. Nel senso di un accompagnamento dolce del Paese nella sua interezza verso un vero e proprio regime, che avrà esteriormente il segno tenue di un improbabile democrazia.

Molti tra noi invece rimarranno qui, ma, più che mai la politica, quella vera, deve dare risposte immediate, fugare dubbi e paure e costruire finalmente il futuro.

Cordiali saluti

Aurelia del Vecchio


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